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Botte, umiliazioni, violenze verbali inaudite sarebbero state perpetrate nei confronti degli ospiti del CEM della Croce Rossa di Roma. La FISH denuncia: questo modello assistenziale è superato: basta segregazione

Sono agghiaccianti le frasi riportate dai giornali in questi giorni, che sarebbero state pronunciate dagli aguzzini, che in un nel Centro di Educazione Motoria di Roma avrebbero agito una violenza costante e inaudita ai danni di persone con disabilità. Il tutto accompagnato da parole di scherno riferite proprio alle condizioni dei soggetti, del tutto incapaci di reagire.

LE ACCUSE
Dieci
, dunque, gli operatori del centro di assistenza gestito dalla Croce Rossa nella sede di via Ramazzini ad essere raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP. Le accuse vanno dalla tortura, per cinque di essi, e maltrattamenti nei confronti di persone a loro affidate per ragioni di cura, vigilanza e custodia. Per uno degli indagati è stata ipotizzata la violenza sessuale.

La denuncia ai carabinieri, secondo quanto riporta la stampa, sarebbe stata presentata dalla Croce Rossa ad aprile scorso: i responsabili del centro avevano notato lividi sul volto degli utenti ospiti.
ed è sempre dai giornali che si legge di botte, vessazioni inaudite, violenze inaccettabili, perpetrate proprio nell’ambito di una professione di cura, che dovrebbe tutelare e sostenere soggetti vulnerabili.

SOLIDARIETÀ ALLE VITTIME
Rispetto all’accaduto, la FISH Lazio non solo esprime la propria solidarietà nei confronti delle vittime, ma al contempo denuncia l’inerzia delle istituzioni rispetto a fenomeni di questo tipo, purtroppo sempre meno isaolati. Così, la federazione esprime sconcerto per l'immobilismo delle istituzioni ad ogni livello nell’affrontare una problematica così diffusa riguardante la condizione di segregazione delle persone ricoverate all'interno degli istituti.

RIFORMARE IL MODELLO ASSISTENZIALE
Al di là poi del singolo – pur gravissimo – caso, secondo la FISH la priorità, finora inascoltata, è riformare l’intero sistema dell’assistenza: “I ripetuti casi di cronaca che si ripetono da decenni, segnalano un modello assistenziale irrimediabilmente superato perché irrispettoso della stessa dignità della persona e dei suoi diritti”.

La FISH, quindi, “Invita le istituzioni locali e nazionali ad aprire uno spazio di confronto pubblico finalizzato alla transizione, con scadenze precise, delle strutture segreganti verso modelli di abitazioni civili fondate sulla coabitazione e sulla vita indipendente”.

“Crediamo che sia giunto il tempo in cui le istituzioni debbano dare un segnale immediato, al di là delle responsabilità penali di chi ha commesso i reati, per non dimostrarsi inermi e complici di fenomeni ormai ampiamente conosciuti”.

Redazione

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