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Dalla nascita di un'amicizia un libro che parla di autonomia e voglia di viaggiare, ispirato da Simona e la sua lotta contro la Sclerosi Multipla

Sono sempre stata una donna indipendente, autonoma e libera. Ho viaggiato molto per lavoro e per passione, vivendo anche per lunghi periodi all’estero. Da quando - cinque anni fa - mi è stata diagnosticata la malattia, combatto quotidianamente per difendere con le unghie l’autonomia residua che il fisico mi concede.” A parlare è Simona Anedda, 43enne romana: forte, indipendente, viaggiatrice. Una donna che lotta con le unghie e con i denti per non lasciare che la sua Sclerosi Multipla primaria e progressiva abbia la meglio sul suo inesauribile desiderio di scoprire, di vedere, di affrontare la vita. di conoscere luoghi e persone.
Di Simona vi abbiamo raccontato già l’anno scorso: di lei e della sua avventura in India con la carrozzina.

Ma la sola volontà e tenacia non bastano. “Sono due anni che attendo risposte dalle istituzioni, ho bisogno di assistenza continua ma non si muove nulla. Avrei bisogno di fare molta fisioterapia, ma serve il trasporto e non sempre ho qualcuno disponibile. Anche i continui viaggi tra Roma e Milano, dove sono in cura, rappresentano un costo importante che devo affrontare contando unicamente sulla piccola pensione di invalidità. Non è facile .
Ci sono stati momenti in cui ho pensato che era meglio farla finita, quando le forze sono venute a mancare e mi sono resa conto che quell’indipendenza che ho sempre amato non c’era più. Non è facile accettare di ritrovarsi su una sedia, provare la sensazione di avere degli elastici che legano braccia e gambe rallentandone i movimenti, ogni giorno di più, rendendo tutto maledettamente faticoso; non è facile accettare di dover chiedere aiuto anche per spostare i capelli che solleticano il volto”.

Tra le persone che Simona ha incontrato lungo il suo cammino c'è Chiara Cerigato, ingegnere che la incrocia nei corridoi dell'ospedale di Ferrara dov'era in cura, e da un “Mi accompagni in bagno?”, chiesto per caso e per necessità, nasce una bella amicizia. È da questo incontro che Chiara verrà ispirata a scrivere un romanzo dal titolo “A che cosa pensi?”, frase che lei stessa rivolge a Simona quando è ancora sotto anestesia dopo un intervento. “Quando l’ho incontrata per la prima volta ho capito che la sua storia sarebbe entrata dentro alla mia vita. Chi conosce Simona sa cosa intendo dire: ci sono persone capaci di farti vedere quello che vedono e farti sentire quello che provano con una nitidezza incredibile. Per questo diventa quasi necessario scrivere di loro: non si può perdere l’occasione di vivere le emozioni che sono in grado di trasmettere e di farle rivivere con le parole”, ci dice l'autrice.

La storia, che parla di Greta, un'appassionata di viaggi, è ispirata a Simona, alla quale è anche dedicato il progetto che ci sta dietro. Per contribuire a sostenere i costi delle continue trasferte da Roma a Milano che le sono necessari per la terapia sperimentale alla quale Simona si è sottoposta, e che dureranno i prossimi due anni, è stata lanciata una raccolta fondi presente nella sua piattaforma produzionidalbasso: fondi che andranno a finanziare le spese di pubblicazione del libro, in previsione del fatto che il ricavato dalla vendita del libro sarà devoluto a sostenere Simona nei suoi bisogni di autonomia anche economica. Chi volesse contribuire, quindi, può acquistare il libro in prevendita.


Anna Dal Lago

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