![braccio robotico](/images/stories/braccio_robotico_3.jpg)
Spostare un braccio, mangiare dalle proprie mani, sono gesti finora preclusi a una persona senza l'uso degli arti superiori. Questo fino a oggi. La notizia, che arriva dagli stati Uniti, è che per la prima volta al mondo una donna tetraplegica, paralizzata dal collo in giù, è riuscita a mangiare da sola, comandando un braccio robotico con il pensiero.
![Jan Sheuermann porta cibo alla bocca grazie al braccio robotico](/images/stories/braccio_robotico_Jan_Sheuermann.jpg)
SENSORI MINUSCOLI E NEURONI - Ma come è possibile che attraverso il solo pensiero Jan sia riuscita a mettere in movimento questo braccio? Tramite la comunicazione che i ricercatori sono riusciti a creare tra i neuroni e il braccio robotico. Alla donna a febbraio sono stati infatti impiantati due piccoli elettrodi (ciascuno di 4 millimetri quadrati) nella corteccia cerebrale, nelle zone del cervello che controllano i movimenti dell'arto destro. Questi elettrodi sono dotati di un centinaio di piccolissimi aghi su ogni sensore raccolgono l'attività elettrica di 200 neuroni, che viene captata e tradottea tramite algoritmo, per identificare quale movimento vi sia associato. A questo punto gli impulsi elettrici inviati dal cervello vengono quindi tradotti in comandi per muovere il braccio, che può piegare gomito e polso, e afferrare oggetti.
UNA NUOVA ERA È PIÙ VICINA? - Questo tipo di strumentazione, e i fantastici risultati ottenuti dalla sua applicazione, fanno davvero sembrare il domani più vicino. Si tratta infatti di una tecnologia che, a quanto pare, potrebbe cambiare completamente la vita delle persone che non abbiano più l'uso degli arti, consentendo un finora inimmaginabile balzo avanti nella autonomia e nel miglioramento della loro condizione. A guardare ancora oltre, ci si chiede se in un domani non così lontano la comunicazione tra uomo e interfaccia potrà diventare addirittura bidirezionale, ovvero riuscire non solo a passare dal cervello del paziente all'arto, ma anche viceversa, ovvero trasmettere dall'arto alcune informazioni sensoriali.
La strada è ancora lunga, ma la scienza e la robotica fanno passi da gigante. Passi che non vediamo l'ora di conoscere.
Nel video della Pittsburgh University (in inglese), Jan usa il braccio robotico
PER APPROFONDIRE:
Il sito dell'università di Pittsburgh
L'articolo nella rivista The Lancet
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Redazione