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Fabrizio Macchi

Giunge a conclusione la vicenda su che ha visto come protagonista il campione di paraciclismo Fabrizio Macchi, alla vigilia delle ultime Paralimpiadi. Deferito dalla Procura antidoping del Coni per aver frequentato il medico Michele Ferrari, ritenuto €˜soggetto inibito‑¬ dalla Federciclismo per vicende di doping, Macchi aveva dovuto rinunciare a partecipare ai Giochi di Londra 2012.

Ora, dopo le splendide Paralimpiadi che avrebbero potuto vedere l’atleta varesino sul podio, arriva la sentenza del Tribunale Nazionale Antidoping: Macchi è assolto dall’addebito ascrittogli.



Macchi fin dalle prime accuse aveva negato ogni rapporto con il medico Ferrari: lo conosceva solo perché nel 2007 aveva aiutato la figlia nella stesura di una tesi su disabili e lo sport. All’epoca del fatto l'atleta medaglia di bronzo ad Atene 2008 non era tesserato, e dunque non soggetto all'ordinamento sportivo del CONI: il fatto non costituisce illecito disciplinare.

Tutti i sospetti che vedevano Macchi coinvolto in vicende di doping (che per altro non c’erano nell’accusa) cadono. Una giustizia efficace ma troppo lenta, che lascia Macchi senza lavoro come consulente di Sky, amareggiato per una Paralimpiade saltata, deluso per le accuse ingiuste ricevute, stanco per tutte le spiegazioni date al figlio di 5 anni e gli sforzi per convincerlo che le voci degli amichetti che parlavano male del papà non erano vere. 


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