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microscopioLa miccia di quella che potrebbe diventare una vera e propria rivoluzione nella sperimentazione per combattare la Sla (Sclerosi Laterale Amiotrofica) è stata innescata nei giorni scorsi con il primo trapianto al mondo di cellule staminali del cervello prelevate da un feto morto per cause naturali.

Eseguito in Italia, dal gruppo coordinato da Angelo Vescovi, direttore dell'Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di San Pio, a San Giovanni Rotondo (Foggia) e, per la parte neurologica, da Letizia Mazzini, responsabile del Centro Sla dell'ospedale Maggiore della Carità , a Novara, potrebbe davvero essere una rivoluzione senza precedenti.

Il paziente su cui sono state trapiantate è un uomo di 31 anni, il primo di un gruppo di 18 pazienti arruolati per lo studio, che è alla fase 1, ovvero quella in cui l'obiettivo è di verifica non è tanto quello di curare, ma di verificare la sicurezza della tecnica.
Il fatto che le staminali siano state prelevate da un feto morto per cause naturali, rappresenta tra l'altro un importante elemento dal punto di vista etico. Le cellule  - prodotte in grande quantità da un unico feto - sono state prodotte nella Banca delle Staminali Cerebrali di a partire da un piccolo frammento di tessuto, grazie alla tecnica messa a punto alla fine degli anni '90 dallo stesso Vescovi.

Le cellule, prelevate dal cervello del feto, sono state trapiantate attraverso tre iniezioni , ciascuna con circa due milioni e mezzo di cellule staminali cerebrali, effettuate nel lato sinistro del midollo spinale lombare, vicino alle cellule nervose che controllano il movimento, e che in caso di Sla muoiono progressivamente, causando la paralisi progressiva.

La sperimentazione continuerà nella sua prima fase con un secondo intervento a un altro paziente a fine luglio, per poi continuare con tutti gli altri, prima di approdare alla fase due.