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Salve sono una pedagogista con laurea in Scienze dell'Educazione (vecchio ordinamento). Ho lavorato in ambiti diversi con utenza di vario tipo, ma avendo una specifica passione per la branca relativa alla COMUNICAZIONE, ho cercato di interessarmi sempre più a questo settore studiando la lis, interessandomi alla lis tattile ed osservando le competenze che possono derivare da un'attenta lettura del NON VERBALE! Lavoro come assistente alla comunicazione per una cooperativa, ho seguito dei ragazzi sordi ed attualmente, nello specifico seguo una ragazzina sordocieca. Credo che la sordità e le altre disabilità sensoriali, se opportunamente attenzionate e gestite con strumenti idonei, possa essere un punto di partenza per una comunicazione diversa, posta su un canale visivo, tattile o altro piuttosto che sonoro, ma egualmente efficace. Per ottener ciò ritengo che il personale debba essere opportunamente formato. Essendo una pedagogista,ed avendo avuto esperienza con diversi tipo di disabilità , gestite ciascuna con gli strumenti più adatti, credo che anche nel caso della sordità questa debba essere curata col suo strumento più idoneo: la lis. Mi son trovata a lavorare con insegnanti di sostegno, sullo stesso caso di sordità , ed in tutta sincerità devo ammettere che viaggiavamo su canali differenti. Ritengo che alla base di un intervento di questo tipo debba esserci l'approccio pedagogico gestito con lo strumento più idoneo, in questo caso la lingua dei segni. Spero che la mia testimonianza professionale possa far riflettere.....e far si che le cure dei disabili siano affidate a personale specificatamente formato, e non semplicemnte formato (magari in settori per nulla attinenti a quello in questione)! Cordiali saluti Lucrezia Mannino

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