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Ciao a tutti, i vostri commenti sono utili per ottimizzare il lavoro che stiamo facendo e sono letti attentamente dalla produzione proprio per questo. Il messaggio di speranza che si vuol lanciare è rivolto a tutti, disabili e non.....ognuno di noi ha la sua personale storia fatta di sofferenza e sacrifici... Che senso ha dunque realizzare un film? Ma soprattutto perché guardarlo? Esiste un motivo per cui le persone si appassionano ai grandi racconti. E non è un semplice desiderio di fuga dalla realtà . Certe storie, le amiamo in modo molto profondo, perché ci mostrano come potrebbe essere la nostra vita altrimenti, se solo avessimo il coraggio di agire come l'eroe di turno. Ogni grande storia realizza sempre un piccolo insospettabile miracolo, raccontarti una parte di te : la migliore. E come succede nelle grandi storie, quando termina il film, esci dalla sala come ripulito. Perché insieme all'eroe hai affrontato battaglie e superato ostacoli. E ora anche tu sei nuovo e carico di voglia di ricominciare. Armato di nuova forza. "Un tuffo nel cielo" è un film sulla speranza. Come tante persone oggi, la protagonista si sente impotente e frustrata, in seguito alla perdita dell'uso delle gambe. Riuscirà nonostante la sua umana fragilità a coronare il sogno di una vita, con successo. Diventerà la prima ed unica paracadutista paraplegica al mondo. Oggi chi non si sente senza gambe? Ognuno ha il suo personale inferno, fatto di solitudine ed incertezza. Per questo adesso, più che mai, c'è bisogno di raccontare storie di speranza...chiunque può scoprire il suo paracadute e volare nel proprio cielo! Ci sono disabilità gravi, malattie, situazioni familiari difficili e, anche le persone che apparentemente sembrano "fortunate" rispetto a noi hanno il loro personale inferno!! la vita è così: è un dono meraviglioso, un privilegio ma sa anche donare tante lacrime....quello che deve fare ognuno di noi è trovare la forza di reagire e prendere da questa maledetta fantastica vita il bello per non sprecare il tempo prezioso che ci è stato donato. Laura Rampini

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