Gentilisima,
mia figlia, persona riconosciuta disabile grave, frequenta il quarto anno di un liceo psicopedagogico. Pensiamo come sarebbe più giusto se un congruo numero di ore potessero effettuarsi in classe per sviluppare l'integrazione e l'inclusione come obiettivo educativo e di socializzazione; invece nostra figlia partecipa alle lezioni/attività /iniziative con questa solo raramente senza godere della compagnia di un gruppo classe di tipo integrato e come attualmente avviene, viene tenuta in una piccola saletta insieme ad altri ragazzi/e con disabilità costretti anche loro a dividere quel poco spazio e a non usufruire del diritto alla socializzazione con i propri compagni di classe, a causa delle scarse risorse assegnate all'assistenza di base da parte della provincia.
Che possiamo fare?
La risposta di Mamma Marina
Potete scrivere una raccomandata con ricevuta di ritorno al Dirigente Scolastico indirizzandola anche all’ufficio scolastico provinciale e regionale della vostra città esprimendo la vostra contrarietà a questa nuova modalità della frequenza scolastica che non garantisce l’integrazione ma emargina i ragazzi creando un ghetto, chiedete che le leggi del diritto allo studio siano messe in pratica in primis la legge 104/92,il compito della scuola pur in un momento così delicato come quello che stiamo vivendo tutti è garantire una buona integrazione assegnando il personale sufficiente per ogni studente nel seguire il programma, anche quello differenziato..
Quello che mi domando però è come mai non avete avuto una fase attiva come genitori nell’organizzare il percorso scolastico durante il GLH esponendo le vostre idee e aspettative con le relative richieste di personale adeguato e opponendovi a una soluzione che non condividevate .
E gli insegnati di sostegno? E l’assistente all’autonomia?l’assistenza di base è utile ma non sostituisce le altre figure educative.
Cordiali saluti,
Marina
